LA SAINT OURS 2024

AOSTA 30-31 GENNAIO

La tradizionale fiera millenaria di Sant’Orso rappresenta senza ombra di dubbio uno degli appuntamenti più attesi dell’inverno valdostano: i visitatori, residenti o turisti, sanno già che il 30 e il 31 gennaio l’intera città di Aosta diventerà il cuore pulsante di tutto un territorio, un crocevia di culture e un viavai di gente, ove s’intrecciano esperienze, tradizioni e artigianato ma soprattutto si respira aria di festa. Più di un migliaio di artigiani attendono trepidanti queste date storiche per montare il loro banchetto e mostrare con fierezza il frutto del loro lavoro al fine di incontrare il pubblico e cogliere, così, l’occasione di raccontarsi e di parlare della propria passione.

L’evento, che affonda le sue radici nel Medioevo, era innanzitutto un momento di scambio, un vero e proprio mercato dell’artigianato agricolo, ove acquistare manufatti utili al proprio lavoro. Edizione dopo edizione, la fiera ha ampliato i suoi orizzonti, il numero degli espositori è via via aumentato, così come la maestria e la creatività degli artigiani. Tra utensili e oggetti in legno, cuoio o pietra ollare ed incredibili sculture, nei giorni della Fiera di Sant’Orso si respira ancora oggi un’atmosfera particolare, a mezza via tra storia, tradizione e arte, un sapore di autenticità che continua a conquistare i cuori e che riesce ad attirare, ogni anno, un numero crescente di visitatori ed appassionati: una vetrina di ciò che la Valle d’Aosta ha da offrire; una celebrazione dell’identità locale che raggruppa non solo l’artigianato tipico locale, ma anche la musica, il folclore e, ovviamente l’enogastronomia.

SAPORI IN FIERA

I due giorni della Fiera rappresentano, infatti, anche un’ottima occasione per gustare i piatti tipici della tradizione locale. In vari punti e piazze specifiche si trovano padiglioni e stand adibiti alla ristorazione, ciascuno con le proprie offerte culinarie legate al territorio. Indubbiamente, al calar della sera o al mattino presto, quando il freddo pungente si fa sentire, un bicchiere di vin brûlé o una tazza di brodo caldo, sono l’ideale per riscaldarsi. Se si vuole, poi, vivere la Fiera senza perdersi anche la sua anima goliardica e festaiola, bisogna attendere la veillà – ossia la veglia – un tempo, il momento di condivisione delle lunghe serate d’inverno, da passare in compagnia. All’imbrunire, i banchetti chiudono e i gruppi di amici si incontrano, il più sovente nelle cantine, per una merenda a base di classici prodotti locali e per intonare qualche canto, accompagnati dal suono di un’allegra fisarmonica.

Per chi volesse portarsi a casa alcuni di questi prodotti locali, fra gli stand di mobili, oggetti in rame e ferro battuto, manufatti agricoli e capi di abbigliamento, si trova anche un padiglione enogastronomico, ove poter degustare e, in seguito, acquistare le prelibatezze di questa terra. La Regione offre una varietà di prodotti che, attraverso i loro profumi e sapori, raccontano un’agricoltura fatta di passione e fatica, di amore e cura per il proprio territorio. La particolare morfologia della regione, la sua collocazione geografica, le materie prime e le tecniche di produzione ancora prevalentemente artigianali rappresentano una garanzia di qualità, genuinità e autenticità.

Imperdibile, come sempre, è la regina della tavola valdostana, la Fontina Dop Alpeggio, che racchiude in sé l’essenza dei pascoli di alta montagna. Il paniere di prodotti comprende inoltre altre 3 DOP: il Fromadzo, il Lardo di Arnad e il Jambon de Bosses. Accanto a questi prodotti leader, numerose altre produzioni di nicchia illustrano la molteplicità di gusti e produzioni che questa piccola regione riesce ad offrire: innanzitutto le mele della Valle d’Aosta, che spiccano soprattutto per le varietà autoctone come la mela Renetta. Questo frutto si contraddistingue per la sua conservabilità e per il suo gusto acidulo, ideale per essere usata nelle torte. Seguono tutta una serie di piccoli frutti, in estate, e di frutti autunnali, come le castagne e le noci. Un altro simbolo della tradizione è il pane nero, a base di farina di segale, ideale accompagnato da uno strato di miele. L’apicoltura è un settore molto vivace in Valle d’Aosta e si producono miele dalle caratteristiche molto diverse: dal miele di rododendro a quello di tiglio, passando per quello di castagne e tarassaco.

Per chiudere in bellezza, non può di certo mancare un vino, un distillato o un digestivo a base di genepy o di altre erbe di montagna. Nel padiglione enogastronomico troverete tutto il ventaglio goloso di queste prelibatezze, e alcune altre ancora, e potrete così, portarvi a casa un assaggio di questa regione dalle mille sfaccettature.