Santa Klaus arriva a Gressoney, fra mito e leggenda

ecco a voi San Kloas, Santa Klaus, il San Nicola tedesco.

E’ notte. Una notte buia e stellata. L’aria fredda pizzica la pelle. Eppure un vecchierello dalla lunga barba bianca, avvolto in un cappotto rosso scuro si aggira per le viuzze di Gressoney-Saint-Jean. In tutto e per tutto simile nell’aspetto a Babbo Natale, ecco a voi San Kloas, Santa Klaus, il San Nicola tedesco. Le due figure, infatti, si mescolano e si intrecciano ed è molto probabile che il nostro Babbo Natale in realtà non sia altro che Santa Klaus. Non per nulla, nella cultura anglofona, i due nomi si confondono.

La tradizione, rievocata il 6 dicembre a Gressoney, è collegata alla tradizione germanica che vuole che San Kloas regali dolci, leccornie ed altri piccoli doni ai bambini e bambine che si sono comportati bene. L’usanza, ancora molto sentita nelle comunità walser della vallata di Gressoney, rievoca la figura di San Nicola. L’uomo, proveniente dalla Grecia, ove era nato intorno al 280 d.C., si era poi trasferito in Asia Minore, nell’attuale Turchia, nella città romana di Myra. Lì era diventato vescovo e si era guadagnato la fama di essere un fiero difensore della fede cristiana in un periodo ancora molto complicato. Sfuggì lui stesso alle persecuzioni e aiutò numerosi fedeli, fino a che, nel 313 d.C., non entrò in vigore l’editto di Costantino che proclamava la libertà di culto. Si narra inoltre che avesse salvato dei bambini rapiti ed è forse per questo che la tradizione lo vuole così vicino al mondo dell’infanzia.

Una figura storica, insomma, quella di San Nicola, ma che con il passare degli anni è diventata leggenda. La festa in suo onore coinvolge tutto il paese e in particolar modo i bambini, che aspettano con trepidazione l’arrivo di questo omone che distribuisce dolcetti e caramelle. Un momento autentico e particolare anche per i turisti, che potranno così saperne di più su questa figura ormai mitica che oscilla fra realtà e fantasia.