Pietre parlanti dalla Preistoria

Dal 29 marzo al 15 giugno all'Area Megalitica di Aosta

Dal 29 marzo al 15 giugno 2024 è possibile visitare la mostra fotografica “Pietre parlanti nella Preistoria. La statuaria preistorica dalla Sardegna all’arco alpino” presso l’Area Megalitica di Aosta.

La sala mostre temporanee del sito archeologico di Aosta ospita quaranta gigantografie che raccontano un fenomeno caratteristico dell’età del Rame, nel periodo compreso tra il 3.400 e il 2.400 a.C., lungo l’intera penisola.

Un’esposizione itinerante, voluta dal Menhir Museum di Laconi (Oristano) insieme ad Archeofoto Sardegna con il coinvolgimento della Rete Nazionale dei Musei delle Statue Stele Menhir, già presentata al Salone dell’archeologia e del turismo culturale di Firenze, che intende far conoscere le principali testimonianze della statuaria preistorica italiana. Si tratta di un progetto “corale” che coinvolge diverse realtà culturali del territorio italiano tra loro avvicinate da un linguaggio comune di cui le stele sono espressione. Le undici realtà culturali coinvolte nel progetto fotografico, oltre all’Area Megalitica di Aosta, sono: il Museo delle Statue Stele della Lunigiana (Pontremoli), il Museo del Castello San Giorgio (La Spezia), il Museo dell’Alto Garda (Riva del Garda),), l’Antiquarium Tellinum (Teglio), il Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica (Capo di Ponte), il Museo Civico Archeologico Carlo Gaetano Nicastro (Bovino), il Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico Giovanni Antonio Sanna (Sassari), il Museo Archeologico Comunale (Santadi), il Menhir Museum – Museo della Statuaria Preistorica (Laconi) e il Civico Museo (Allai).

L’Area Megalitica di Aosta, tra i siti preistorici più importanti d’Europa, costituisce la cornice ideale per dar voce alle stele che, attraverso l’esposizione, sono poste in dialogo con quelle rinvenute sul sito aostano. Questo progetto si inserisce nelle iniziative di valorizzazione dell’area archeologica di Aosta, richiamando il protocollo d’intesa per le attività di collaborazione recentemente siglato tra il museo sardo e quello valdostano. Un’occasione unica per vedere e confrontare stele provenienti da zone geografiche diverse, qui riunite in un’opera unitaria.

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